Ita /Eng /
Newsletter 13 del 19.09.19

Le opere della collezione di Fondazione Fabbri in mostra a Padova

 

 

Siamo felici di patrocinare la prima edizione del festival Photo Open Up, che inaugurerà nel prossimo weekend, sabato 21 e domenica 22 settembre, con una serie di vernissage, incontri e talk in vari musei e spazi espositivi della città di Padova. In particolare sabato alle ore 18.30 presso la cattedrale Ex Macello aprirà la mostra Argo. La fotografia italiana emergente che, tra le altre, espone le opere del collettivo Discipula e di Simone Monsi dalla collezione di Fondazione Fabbri.

L’esposizione, a cura di Carlo Sala, è una ricognizione sulla generazione di autori italiani nati dagli anni Ottanta che hanno abbandonato i generi tradizionali della fotografia italiana per attuare una serie di ricerche sperimentali e ibride: dalla postfotografia a quella ‘espansa’ in relazione con lo spazio, dalla metafotografia a coloro che hanno voluto rinnovare la visione documentaria e paesaggistica.

Le loro pratiche artistiche sono profondamente condizionate dall’odierna società dell’Ipervisione, un contesto globale che produce una quantità pressoché infinta di immagini immateriali e omologate che scandiscono le nostre esistenze attraverso la rete. Uno degli aspetti che caratterizza le ricerche di questi autori è la volontà di incentivare uno sguardo maggiormente attento e critico sul presente, trattando tematiche di grande attualità come l’identità, la creazione collettiva, l’impatto della tecnologia e dell’immagine nella vita quotidiana, la funzione politica della fotografia e la rilettura della memoria.

In mostra gli autori: Claudio Beorchia, Alessandro Calabrese, Paolo Ciregia, Matteo Cremonesi, Discipula, Giorgio Di Noto, Mimì Enna, Irene Fenara, Christian Fogarolli, Silvia Mariotti, Filippo Minelli, Simone Monsi, Francesco Pozzato, Alessandro Sambini, Alberto Sinigaglia, The Cool Couple e Marco Maria Zanin.

Info

Photo Open Up

Festival Internazionale di fotografia

Giornate inaugurali 21 e 22 settembre 2019

Le mostre saranno visitabili fino al 27 ottobre 2019

Per info e biglietti  https://photopenup.com/

 

Newsletter 12 del 05.09.19

Premio Francesco Fabbri per le Arti Contemporanee:

in occasione della proroga delle iscrizioni al 17 settembre

annuncia la partnership con Lago Film Fest

 

Dato il grande successo di adesioni della manifestazione sono prorogate al 17 settembre 2019 le iscrizioni dell’ottava edizione del Premio Francesco Fabbri per le Arti Contemporanee. Fondazione Francesco Fabbri è lieta inoltre di annunciare la partnership con il Lago Film Fest che nell’edizione 2020 ospiterà un autore scelto tra i sessanta finalisti del Premio Fabbri, insignito del Premio speciale LAGO FILM FEST per essersi distinto nel campo della ricerca video.

Il Premio Fabbri si articola in due sezioni: Arte emergente e Fotografia contemporanea. La prima è dedicata agli autori under 35 che, secondo una logica intermediale, potranno partecipare con ogni forma creativa visiva: dalla pittura all’installazione, dalla fotografia alla videoarte, dalla performance e sound art fino al disegno e alla grafica.

La seconda sezione invece, priva di limiti anagrafici, è dedicata alla Fotografia contemporanea attraverso una varietà di concezioni dello specifico medium, in continuità con l’attività di Fondazione Francesco Fabbri che promuove il Festival F4 / un’idea di Fotografia ed il Master in Photography dell’Università IUAV. A entrambe le sezioni potranno partecipare autori da ogni paese del mondo.

 Lo scenario attuale sempre più variegato ed in continuo divenire vede un sistema dell’arte che si snoda attraverso una pluralità di proposte e interlocutori. Una manifestazione come il Premio Francesco Fabbri per le Arti Contemporanee ambisce a creare un punto di vista privilegiato sulle ricerche sintomatiche del presente: giunto alla quinta edizione vuole essere un radar capace di segnalare i processi in atto compiendo opera di scouting, con la consapevolezza di muoversi in un terreno ibrido fatto di interconnessioni tra linguaggi e saperi.

 Il bando è prorogato al 17 settembre 2019 e gli artisti potranno iscriversi via web o tramite posta ordinaria. I due vincitori riceveranno un premio acquisto di 5.000 euro ciascuno, le opere entreranno nella collezione permanente di Fondazione Francesco Fabbri e saranno custodite nel centro residenziale di Casa Fabbri.

 Il premio, curato da Carlo Sala, gode di una prestigiosa giuria composta da critici e curatori, quali Matteo Balduzzi, Lorenzo Balbi, Lucrezia Calabrò Visconti, Angel Moya Garcia, Francesca Lazzarini, Gabriele Lorenzoni, Giangavino Pazzola, Mauro Zanchi

Le opere finaliste saranno esposte a Villa Brandolini a Pieve di Soligo (Tv) dal 23 novembre al 15 dicembre 2019; durante il vernissage saranno proclamati i vincitori alla presenza degli operatori, della stampa e del pubblico.

 Il Premio è promosso da Fondazione Francesco Fabbri e reso possibile grazie al supporto della famiglia Fabbri e alla collaborazione del Comune di Pieve di Soligo. Rassegna inserita in Reteventi 2019 della Provincia di Treviso e Regione del Veneto, con il patrocinato di Landscapes Stories e TRA (Treviso Ricerca Arte).

 Info e bando:

www.fondazionefrancescofabbri.it/it/arti/premio-francesco-fabbri-2019/

premio@fondazionefrancescofabbri.it

 

Rassegna stampa del 13.05.19 – Treviso Today

13/05/2019

 

Treviso Today

 

A Villa Brandolini una mostra di foto per ricordare la tempesta Vaia

A Villa Brandolini una mostra di foto per ricordare la tempesta Vaia

Nove mesi dopo l’evento che ha messo in ginocchio il Bellunese, la nona edizione del Festival di fotografia contemporanea di Pieve di Soligo presenta una raccolta di foto inedite

 

 

A Villa Brandolini una mostra di foto per ricordare la tempesta Vaia

Il 18 maggio alle ore 18 a Villa Brandolini di Pieve di Soligo sarà inaugurata la nona edizione del festival F4 – un’idea di Fotografia promosso dalla Fondazione Francesco Fabbri in collaborazione con il Comune di Pieve di Soligo e la direzione artistica di Carlo Sala.

A seguito della tempesta ‘Vaia’ che si è abbattuta con particolare violenza su alcune aree di Veneto e Friuli con 41.000 ettari di bosco colpiti e 8,6 milioni di metri cubi di alberi abbattuti, il comitato curatoriale di Fondazione Fabbri ha voluto dedicare questa edizione della manifestazione al tema della catastrofe ambientale: consci della funzione sociale che riveste l’immagine nella società attuale, le mostre di Villa Brandolini vogliono essere un dispositivo per attivare scambi e riflessioni strettamente legati all’attualità. Fondazione Fabbri ha così commissionato al noto fotografo milanese Filippo Romano di indagare i territori colpiti dalla calamità e gli esiti saranno presentati nella mostra intitolata Oltre Vaia: l’autore ha viaggiato nel Veneto delle montagne ricostruendo la geografia del disastro nove mesi dopo l’accaduto con la volontà di comprendere nel profondo quei territori senza cadere nell’immaginario iconico della tragedia trasmesso in questi mesi dai mass media, fatto di immagini spettacolari e omologate tra loro. Il suo non è stato un censimento dei luoghi, ma un attraversamento per creare un racconto sullo stato del territorio per documentare l’adattamento al cambiamento traumatico, con uno sguardo rivolto al futuro. La mostra presenterà visioni del territorio e ritratti degli abitanti ripercorrendo il percorso compiuto dall’artista tra paesi sottopopolati, seconde case immacolate e chiuse in questo momento dell’anno fuori stagione, tagliatori di alberi e cittadini che stanno ripensando il futuro di quelle comunità.

Il Festival proseguirà poi con Paesaggi inquieti, rassegna a cura di Carlo Sala che presenta tre cicli di lavori che indagano un paesaggio contemporaneo segnato dalla conflittualità tra uomo e territorio, dove il confine tra realtà e finzione appare labile. Si parte dalla serie site specific_Emilia 12 (earthquake) di Olivo Barbieri, uno dei più noti fotografi contemporanei; le immagini mostrano gli esiti del violento sisma che ha colpito l’Emilia Romagna: dalle macerie dei centri storici tra palazzi crollati e chiese sventrate, fino ai danni nelle zone industriali. L’artista ha realizzato le fotografie da un punto di vista aereo con la tecnica del fuoco selettivo per generare un sistema di visone che individua all’interno dell’immagine un punto di “lettura”: con questa tecnica la realtà ritratta appare ambigua, fittizia, facendo apparire quelle porzioni di paesaggio come dei modellini in scala. La serie KA-BOOM che Andrea Botto porta avanti da un decennio ritrae invece  una serie di esplosioni civili tra Italia ed Europa. Queste radicali trasformazioni del paesaggio si cristallizzano in immagini che generano sentimenti contrastanti: da un lato la bellezza estetica e la fascinazione emotiva per il pericolo, dall’altro una rinnovata coscienza di estrema fragilità esistenziale e dei luoghi che viviamo. Inoltre, anche in questo caso, è presente una riflessione sullo statuto stesso della fotografia, sospesa tra documento e messa in scena. A chiudere la mostra la serie La Terza Venezia di Silvia Camporesi dove l’autrice si è confrontata con la città lagunare, una delle più ritratte al mondo, senza cadere nella cosiddetta visione da cartolina. La serie mette in dialogo le immagini scattate a Venezia senza la presenza di turisti con quelle realizzate a Rimini in una riproduzione in scala 1:10 della città,  rendendo per lo spettatore quasi impossibile riconoscere quali immagini siano reali e quali finzionali. Tutte le fotografie sono accomunate da un punto di vista dal basso che rende minacciose le onde del mare perché, nonostante il gioco di inganni percettivi, un fattore certo è il pericolo dell’innalzamento delle acque che rende ancor più fragile la città.

La mostra personale di Marina Ceneve: “Are They Rocks or Clouds?” è l’esito di un’indagine territoriale che nasce nelle Dolomiti attraverso l’interazione tra osservazione, memoria e scienza, mira alla costruzione di una conoscenza del rischio idrogeologico, tema tradizionalmente deputato alla scienza ed alla tecnica. Allontanandosi dalla naturale fascinazione per la montagna l’autrice tende ad osservare con lucidità il territorio, ricercando la possibilità di misurazione del rischio per gli abitanti dei luoghi dove si suppone possa accadere, o piuttosto ripetersi, una catastrofe. Nel corso del tempo – secondo Amitav Ghosh in “La grande cecità” – la natura è stata consegnata alla scienza, rimanendo preclusa alla cultura, una divisione che ha portato al distacco dell’arte dalle questioni scientifiche, climatiche e dal dibattito politico e economico. Con il progetto Are They Rocks or Clouds? Marina Caneve sperimenta l’utilizzo della fotografia come strumento di osservazione autonomo all’interno di un processo di ricerca interdisciplinare, mettendo in discussione la sua stessa collocazione nei confronti degli altri strumenti. Il progetto nasce in vista di un evento catastrofico, che secondo studi geologici, accadrà tra 50 anni: le catastrofi naturali hanno tempi di ritorno ciclici. In particolare, secondo alcuni geologi, la catastrofe idrogeologica del 1966 avrà un tempo di ritorno di 100 anni, 50 da oggi con dei danni stimati che saranno 2 o 3 volte superiori.

La montagna in rapporto con l’uomo è al centro anche dell’intervento del vincitore della settima edizione del Premio Fabbri, Mimì Enna, che presenta la serie fotografica To get some air nata durante una residenza al Villaggio Eni di Borca di Cadore (Bl), un grande complesso situato nel bosco ai piedi del Monte Antelao realizzato tra gli anni ’50 e ’60. Voluto da Enrico Mattei per i suoi dipendenti, l’edificio rappresenta un esperimento d’utopia sociale in ambiente unico in Italia. L’architetto Edoardo Gellner progetta il villaggio e si approccia al paesaggio concentrandosi sul fondamentale rapporto fra architettura e ambiente naturale in un dialogo in cui sarà l’architettura ad esaltare il paesaggio. L’artista ha voluto riconnettere simbolicamente l’interno dell’edificio (abbandonato da anni) con il paesaggio che lo accoglie proiettando le locali catene montuose sui mobili e oggetti originali della colonia: è una rigenerazione del luogo in forma poetica attraverso un intervento effimero, poi cristallizzato mediante l’immagine fotografica. Infine il festival presenta la mostra Atlante del Master composta da oltre trenta fotolibri che gli studenti delle prime tre edizioni del Master IUAV in Photography hanno prodotto confrontandosi con una pluralità di declinazioni della fotografia, dalle ricerche sul paesaggio alle tendenze neodocumentarie fino agli esiti sperimentali dimostrando come la dimensione libro sia uno dei terreni privilegiati della ricerca in campo fotografico. Il Master, promosso dall’Università IUAV e Fondazione Fabbri è uno dei centri di eccellenza italiani nella formazione dell’autorialità in campo fotografico che nella società odierna, sempre più dominata dalle immagini, appare quanto mai centrale per la comprensione del presente“

 

 

Rassegna stampa del 27.02.2019 – Qdp news

27/02/19
Qdp news

Pieve di Soligo, gli studenti del Casagrande alla scoperta della “città intelligente”: ieri l’incontro all’istituto

Conoscere la “città intelligente”, quella che abiteremo un domani. Ieri, martedì 26 febbraio l’ordine degli architetti pianificatori, paesaggisti e conservatori della provincia di Treviso, in collaborazione con l’Isiss “Marco Casagrande” di Pieve di Soligo, ha promosso un incontro proprio sul tema “Il futuro della città”, per approfondire il concetto di “Smart City”.

L’evento (nelle foto), rivolto alle classi quinte e quarte dell’istituto, ha voluto essere un punto di riflessione su come vorremmo e come saranno le nostre città. Hanno partecipato l’architetto Marco Pagani (presidente dell’ordine degli architetti ), l’archittetto Simone Gobbo (Demogo studio), il professor Roberto Masiero (Fondazione Francesco Fabbri) e il sindaco Stefano Soldan.

Grazie all’incontro i ragazzi hanno compreso come si stanno evolvendo le città: si tratta di luoghi in cui coesistono le più moderne tecnologie, dove la partecipazione e la condivisione delle idee parte dal basso, in modo attivo, spazi nel quale, grazie ad un modello circolare, il territorio viene reinventato e rigenerato, recuperando gli spazi dismessi e abbandonati.  Il tutto per una migliore qualità della vita e per una convivenza civile intelligente.

L’Istituto Casagrande ringrazia l’ordine degli architetti, l’amministrazione comunale e la Fondazione Fabbri per la stimolante opportunità offerta agli studenti.

(Fonte e foto: Isiss Marco Casagrande).
#Qdpnews.it

Newsletter 6 del 06.06.19

FONDAZIONE FABBRI A FIANCO DEI COMUNI COLPITI DA CALAMITÀ NATURALI

 

 

Fondazione Francesco Fabbri intende offrire il proprio contributo ai comuni del bellunese che hanno subito una grave devastazione dei propri territori a causa di eventi atmosferici straordinari.
Martedì 26 febbraio 2019, alle ore 20.30, presso l’auditorium di Villa Brandolini, Pieve di Soligo, si cercherà di elaborare un modello di pianificazione strategica che, oltre a considerare gli aspetti territoriali, urbanistici, economici e sociali, consideri anche le necessarie modalità di rinnovamento delle governance e delle relative policy in un’ottica di economia e società circolari.
In questo intende coinvolgere, con il contributo di Green Week,  l’Università di Padova, l’Università Ca’ Foscari, IUAV e l’Osservatorio Regionale del Paesaggio.

Saranno anche presenti 60 dottorandi di varie università italiane.

Programma

NUOVI MODELLI DI SVILUPPO PER LA MONTAGNA
La tragedia degli alberi abbattuti e le idee per un nuovo sviluppo

Saluti del Sindaco di Pieve di Soligo Stefano Soldan

Saluti della coordinatrice della Fondazione Fabbri, Vivana Carlet

Introduce Roberto Masiero, del Curatoriale della Fondazione Francesco Fabbri

Discutono:

Andrea Ferrazzi, direttore Confindustria Dolomiti e coordinatore nazionale Confindustria Montagna

Benedetta Castiglioni, Università di Padova e Osservatorio Regionale del Paesaggio

Federico Della Puppa, economista, Docente IUAV

Gianmaria Sommavilla, direttore Unità Organizzativa Forestale EST (Belluno – Treviso – Venezia)

Conduce:Stefano Vietina, giornalista

Rassegna stampa del 28.11.18 Treviso Today

28/11/2018

Treviso Today

La storia del senatore Francesco Fabbri diventa un fumetto

 

La storia del senatore Francesco Fabbri diventa un fumetto

Un fumetto per raccontare la vita e il pensiero di Francesco Fabbri, senatore e ministro della Repubblica originario di Solighetto. La fondazione Fabbri ha deciso di dedicare allo statista pievigino una pubblicazione straordinaria, tanto per la qualità dei disegni quanto per l’inusuale linguaggio.

 

Il fumetto è una forma d’arte ma anche una lettura semplice e veloce, spesso leggera, sovente avventurosa, rivolta principalmente ai giovani; quanto di più lontano dalla giornata di un politico, forse. Francesco Fabbri infatti ha saputo precorrere i tempi con azioni e progetti proiettati nel futuro. La graphic novel, proprio grazie all’immediatezza del linguaggio delle immagini, riesce allora a cogliere l’essenziale, consentendo di raccontare la figura di Fabbri anche alle fasce più giovani della società. La pubblicazione sarà presentata giovedì 6 dicembre, alle ore 20.30 presso l’auditorium Battistella-Moccia di Pieve di Soligo. Saranno presenti Luca Vanzella e Paolo Gallina, rispettivamente sceneggiatore e illustratore. Nel corso della serata interverrà pure Ivano Sartor, curatore della biografia scientifica di Francesco Fabbri. Tutta la cittadinanza è invitata a partecipare.